mercoledì 21 marzo 2012

alessandra bizzarri e fabio ferraboli

il bosco 
qui noi abbiamo sessanta ettari però son tutti così di bosco la legna non manca c’è un po’ di terreno là poi c’è un po’ di terreno qui va fino su ai pini là però è tutto bosco tutta la valle qui è tutta bosco noi abitiamo un po’ più giù trecento metri più giù ci son dei terreni anche là coltiviamo poco più di un ettaro coltiviamo è cambiato tutto qua in trent’anni prima non c’era tutto sto bosco qui era tutto coltivato poi è stato abbandonato ora è tutto bosco e il clima è cambiato 
                                                                                                                                                               
affezionati alle terre
terre ce n’è solo che c’è il problema che tante volte non te le danno ci sono affezionati piuttosto le fanno andare in malora piene di rovi però se gliele chiedi non le danno stiamo cercando un pezzo di terra dove far la casa dove far una casa di legno ma non so se lo troveremo


il miele 
qui c’è il magazzino e qui invece è dove proprio lavoriamo noi facciam tutto a freddo ne facciamo quaranta cinquanta quintali qua è tutto incontaminato e si sente  questo è castagno questa è l’acacia è bianco perché sopra ci van pezzettini di cera e dopo qui ci sarebbe un cucinino dove volevamo fare marmellate ma dopo poi si concentra tutto in quei quattro cinque mesi ci hai tanto da lavorar con le api tanto da lavorar nei campi siamo in due son lavori che ci vuol tanto tempo anche la pappa reale ogni anno diciamo quest’anno ci proviamo poi ogni anno ne succede una l’anno scorso ne ho perso la metà cinquanta su cento per la nosema che è una malattia è una dissenteria importando le api ceranee han portato sta nosema ceranea le nostre non sono immuni e muoiono tutte adesso sembra che han trovato il modo di reagire però ora ci sono problemi di ibridazione ma sempre perché importano di tutto

cinghiali e lupi
guarda i cinghiali che roba qua han trovato qualcosa di buono e si son messi a scavare qua abbiamo la rete sennò non salvi niente anche sugli alberi si alzano prendono un ramo e spaccano le piante ma guarda che se tu ti prendi un cinghiale tu passi dei problemi ma grossi grossi ci vorrebbe il lupo ma per prendere un cinghiale un lupo da solo non ce la fa ci vorrebbe un branco di lupi fai te

le patate 
queste qui son le ultime patate ma son quelle per noi tre zucche le ultime per noi e basta noi usiamo la kennebec la marabel la cicero la desirèe le patate devi sempre cambiargli la terra facciam sempre così quelli di mangia dan le patate a scogna quelli di scogna dan le patate a mangia perchè devon cambiar la terra altrimenti non vengono producono molto poco


la vita prima
che siam qua son tredici anni però che abbiam iniziato a lavorare son sette anni siam partiti con le api io ho fatto il corso lui era già esperto io ho lavorato dodici anni in un ufficio non tornerei mai indietro (alessandra) io abitavo su a brescia sul lago di garda ho fatto un po’ il giardiniere ho fatto un po' l’orticultore però poi facevo il tappezziere poltrone divani materassi cose così e dopo son venuto qua (fabio)

libertà impagabile 
vendiamo in piazza brin ai gas di qua poi al gas di montignoso al gas di massa facciamo i mercatini poi vendiamo un po’ all’interno del nostro gruppo dei ricostruttori e poi anche se siamo un po’ fuori dopo tanti anni la gente ci conosce e ci cerca noi riusciamo a viverci certo non abbiamo grandi pretese abbiamo due macchine una più vecchia dell’altra la casa che è quella che è in vacanza andiamo una settimana all'anno al ristorante andiamo poche volte ma non è che ci soffriamo per me questa libertà è impagabile


l’alluvione 
ma qui appena scendi e poi inizi a andare in giù c’è una frana dietro l’altra da qui a mangia ci saranno trenta frane una dietro l’altra c’eran due ponti che attraversavano il mangia l’ha portati via ha spaccato tutto lì c’era un ponte di ferro grande non c’è più niente adesso è una settimana che tagliamo sennò non passavi neanche di qua eh questi interventi li abbian fatti noi ci han detto che dovrebbero iniziare i lavori però per ora questi son i pezzi del ponte và là qui c’era l’acqua che arrivava fin qui sotto quel muro una roba impensabile noi eravamo giù a casa sara era a scuola quindi è rimasta due giorni bloccata e noi eravamo in casa io dovevo andare a spezia meno male che son rimasta a casa sennò a quest’ora non c’ero più siamo rimasti bloccati in casa due giorni sopra e sotto non c’era più strada poi dopo è arrivata la ruspa ci ha liberati sopra ma sotto è impossibile va tutta ricostruita ora stiamo a scogna ci han dato l’ordinanza di sgombero perché c’era pericolo che venissero giù altre frane

l’alluvione del ’48 
una cosa che giù a mangia i vecchi la chiamavano il diluvio una cosa del genere di questa ma non così grossa e mi dicevano quelli di mangia che c’era pieno di mulini da queste parti e appunto in quell’anno lì nel ’48 si son rotte tutte le pale le mole e i mulini sono andati tutti persi

la strada franata 
vedi ricomincià laggiù da qui a là son cento metri è venuta giù tanta di quella roba che quei tubi lì non potevano certo smaltirla e poi la forza del mangia ha spaccato di lì la frana è venuta giù di qua è crollato tutto in quel momento senti le pietre che sbattono le une contro le altre ti vien male allo stomaco questa qui è arenaria è come la sabbia del mare sono queste colline qua che son fatte di questa roba che non ha nervo quando molla vien giù tutto la mattina dopo quando siamo usciti ci siam resi conto di cos’era successo perché lì per lì quel giorno lì non ti sei reso conto l’unica mia preoccupazione era la sara che era a scuola e noi che non riuscivamo a raggiungerla però non avevamo nemmeno idea di quello che era successo a borghetto a brugnato solamente la sera del giorno dopo quando lui è tornato a casa che era bianco ha detto dovresti vedere cosa è successo a borghetto

la casa vecchia 
io vorrei andare alla casa vecchia vorrei entrare io mamma vorrei entrare(francesco) ecco lì è crollato tutto ci avevamo tutte le piante da frutta è franato tutto c’eran delle piane con la frutta non c’è più niente quel campo lì probabilmente l’abbiam perso perché c’è entrata dentro tutta la sabbia mentre quello di là dove alterniamo le patate e i fagioli c’è delle pietre però ha detto fabio che lavorando ci si può riseminare la casa deve venire ancora il geologo ci hanno detto di andar via perché era pericoloso non c’è la via di fuga di là non c’è la strada di qua ci sono queste frane che se piove un po’ più del solito ricadono tutte rimaniamo isolati qui non riesce nemmeno l’elicottero a venirci a prendere e poi anche la casa deve venire il geologo a dare l’agibilità perché ci sono frane sopra e sotto

presi in giro 
ci hanno detto che non ci daranno un euro io non capisco perché ci debbano prendere così in giro ci fanno fare le fotografie fate tutto l’elenco dei vostri danni e lo presentate entro tot ti danno il tempo devi mandare la raccomandata e poi dopo sei mesi sentire l’assessore regionale che dice eh ci sono le assicurazioni dovevate assicurarvi che poi non è vero che le assicurazioni rispondono un danno così non c’è nessuna assicurazione che risponde qui c’era una roba che non t’immagini qui c’era una voragine lì non c’era più la strada che andava giù qui era franato tutto

la solidarietà di scogna 
loro a scogna sono gli unici bambini da venticinque anni da quando ci siamo noi la popolazione è raddoppiata da quattro ora siamo in otto ah ah i primi giorni chi ti portava la torta di verdure chi ti portava il sugo fatto cioè veramente guarda una cosa e poi mi dicevano però non piangere eh perché i primi giorni non facevo altro

il futuro dei figli
a scogna lui ha il pulmino e va a sesta fa presto mentre lei è un po’ più disagiata perché va a brugnato allora la porto su a zignago che passa il pullman che raccoglie i ragazzi della valle di là e scende giù a brugnato abbiamo rivoluzionato tutta la nostra vita praticamente però è così lei è nata qua però ora comincia a sentire il fascino della città poi se nasceva in città sicuramente aveva il sogno della campagna ognuno vuole quello che gli manca e quindi non so cosa succederà con lei lui è più facile è più integrato gli piace stare fuori lei è una che in casa magari è brava perché sistema la casa però fuori non alza nemmeno una foglia poi chissà magari resterà lei e lui andrà via
intervista anna  foto laura

AZIENDA AGRICOLA CASCINA LE BOSCHE                                                                                        
Via Case Sparse Caminà,13 - Mangia di Sesta Godano (SP)
cascinalebosche@tiscali.it
telefono 0187 891660 - fax 0187 891660
Certificato ICEA con garanzia AIAB
Prodotti: apicoltura, ortaggi.
Miele di acacia, castagno, tiglio, mielata, millefiore, erica.














































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